La RAI radiotelevisione italiana è un’azienda pubblica fondata il 10 Aprile del 1954 che si occupa di diffondere servizi radiotelevisivi in cambio del pagamento di un canone annuale. 11 emittenti radio, 13 canali televisivi, un enorme e sviluppatissimo centro di produzione audiovisuale, servizi multimediali di vario genere nonchè promozione e vendita di spazi pubblicitari, costituiscono il pacchetto completo che la RAI gestisce, il tutto finanziato con sistema misto (imposte dirette e proventi ricavati dalla vendita di spazi pubblicitari a privati).
I palinsesti che la RAI offre al cittadino sono vari e tutti ben articolati, a seconda dei temi trattati e delle fasce orarie in cui gli stessi vengono collocati; rotocalchi informativi, documentari e films dossier, programmi di carattere politico, economico, e sociale, si mescolano con programmi educativi per bambini, serie di telefilms e cartoni animati, rassegne cinematografiche e notizie sportive da tutto il mondo, offrendo una informazione molto varia e dettagliata.
Nascita della Radiotelevisione Italiana
Nata in principio con il nome di ‘Unione Radiofonica Italiana’, e successivamente chiamata EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche) sotto il governo di Benito Mussolini, la RAI iniziò a diffondere i suoi programmi radiofonici attraverso i soli due canali sui quali si articolava, la rete rossa ,che trasmetteva unicamente musica classica, e la rete azzurra, basata invece prevalentemente su programmi di intrattenimento ed informazione.
Quando le truppe alleate liberarono l’Italia dall’oppressione del regime nazifascista le cose iniziarono ad evolversi, ed il primo cambiamento in concreto riguardò ancora una volta il nome, che sotto il nuovo governo venne modificato in RAI (Radio Audizioni Italiane). Nel 1950 fu anche aggiunto il ‘terzo canale’, evento giunto in concomitanza con la partecipazione economica offerta dalla SIP (Società Idroelettrica Piemontese), azienda di Stato leader nel settore delle telecomunicazioni e della telefonìa. Roma, Milano, Napoli e Torino furono le prime città ad essere completamente coperte dai servizi della RAI, che già dal 10 Aprile 1954 era diventata la ‘Radiotelevisione Italiana’.
Come è strutturata la RAI
La RAI è una società per azioni, ed il Ministero di Economia e Finanza ne controlla più del 99%, cosa questa che ancora oggi trova moltissimi pareri contrari e suscita grandi malcontenti anche tra lo stesso popolo dei suoi ascoltatori. Come tutte le società per azioni c’è un consiglio di amministrazione, in questo caso composto da 9 membri; sette di essi sono eletti dalla commissione parlamentare di vigilanza dell’azienda stessa, ed altri due vengono invece inviati dal Ministero di Economia e Finanze in rappresentanza della parte investitrice. Loro stessi potranno decidere se rinnovare o no il loro mandato con cadenza triennale, e tale discorso vale anche per il direttore generale, eletto dal consiglio di amministrazione ed anch’egli vincolato all’azienda con contratto triennale. L’unico obbligo della RAI, in quanto Radiotelevisione di Stato, è garantire al cittadino servizi di utilità pubblica, cosa purtroppo che col tempo si è forse un po’ persa di vista.
Fonti di finanziamento della Radiotelevisione Italiana
Come già accennato, la RAI si finanzia con un sistema misto, costituito per la stragrande maggioranza da denaro pubblico proveniente dalla riscossione di un canone di abbonamento, e per la restante parte da ricavi ottenuti con la vendita e la gestione di spazi pubblicitari, in questo caso aperti anche ad aziende private; col passare degli anni le cifre incassate con la pubblicità hanno iniziato a crescere sempre più, diventando oggi elemento molto importante per il sostentamento dell’azienda, nonché di fondamentale utilità per potersi permettere aggiornamenti di tecnologie e mezzi adeguati ai tempi che corrono.
Il canone RAI oggi si aggira intorno ai 90€ annui, leggermente diminuito per effetto della grave crisi che ha caratterizzato purtroppo il mondo economico mondiale nell’ultimo decennio e, per fare in modo di assicurarsi tali introiti, l’azienda ha escogitato un sistema infallibile: RAI addebita l’importo del canone sulla bolletta di energia elettrica, puntando dunque sulla ‘certezza dell’incasso’ (cosa che fino a qualche tempo fa non era ancora riuscita ad ottenere).
Canali televisivi e programmi di rilievo
Stando agli ultimi aggiornamenti, la RAI può contare su un arsenale completo di 13 emittenti radiofoniche ed un totale di 15 canali televisivi per la diffusione dei suoi programmi, ma anche questo dato è suscettibile a continue variazioni (specialmente se si considerano le tantissime novità giunte con lo sviluppo del web). RAI 1, 2, 3, 4, e 5 sono in un certo senso i canali principali dell’azienda, ai quali sono stati poi aggiunti nel corso degli anni molti ‘canali tematici’ come ad esempio RAI Scuola, RAI Storia, RAI Gulp (per i più piccini), RAI Sport e RAI Sport HD, RAI News 24, RAI Movie etc….
Si può tranquillamente dire che ogni canale ha le sue fasce d’ascolto più frequentate ed i suoi programmi più caratteristici, dati questi che vengono poi consacrati da sondaggi fatti a campione tra la gente; ogni canale ha il suo notiziario, il suo varietà della serata, le sue trasmissioni didattiche di primo mattino, le sue sitcom, ed i suoi reality show, e queste sono cose che difficilmente potranno cambiare, visto che è il pubblico stesso a sceglierle.